László Moholy-Nagy: «Wohin geht die typographische Entwicklung?», 1929

Silvia Sfligiotti
4 min readJul 24, 2019

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La sala curata da Moholy-Nagy per la mostra “Neue Typografie” del 1929 viene ricostruita alla Staatliche Kunstbibliothek di Berlino dal 29 agosto al 15 settembre 2019

Egon Juda, invito alla mostra “Neue Typographie“, Berlino, 1929
© Kunstbibliothek, Staatliche Museen zu Berlin

Dal 20 aprile al 20 maggio 1929 la Staatliche Kunstbibliothek di Berlino ospitò la mostra Neue Typografie, che raccoglieva lavori di artisti e professionisti europei che stavano contribuendo a diffondere le nuove idee sulla comunicazione visiva germinate in Europa centrale con la rielaborazione delle idee costruttiviste.

Questo il breve testo di presentazione sull’invito:

Il progetto di presentare la tipografia moderna, attiva principalmente nel campo della pubblicità, in una mostra più ampia è stato notevolmente facilitato dalla volontà del “Ring Neuer Werbegestalter” di partecipare alla mostra. Il gruppo è stato ampliato con l’aggiunta di altri celebri tipografi creativi. Purtroppo, l’intenzione di mostrare la nuova tipografia russa in una breve panoramica non si è potuta realizzare.

Gli autori selezionati erano infatti principalmente membri del “ring” (Willi Baumeister, Max Burchartz, Walter Drexel, César Domela, Hans Leistikow, Hans Meyer, Robert Michel, Paul Schuitema, Kurt Schwitters, Jan Tschichold, Georg Trump, Friedel Vordemberge-Gildewart, Piet Zwart) insieme ad altri artisti e tipografi europei (Otto Baumberger, Herbert Bayer, A.M. Cassandre, Walter Cyliax, Theo van Doesburg, John Heartfield, Egon Juda, Lajos Kassak, László Moholy-Nagy, Johannes Molzahn, Oscar Nerlinger, Karel Teige).

La mostra berlinese del 1929 si inscriveva in una serie di mostre e pubblicazioni coeve che, in particolare su impulso del “ring neue werbegestalter”, tra Germania, Paesi Bassi e Svizzera stavano facendo circolare le idee emergenti in campo tipografico. Tra queste possono essere citate, oltre alle numerose mostre promosse dal “ring” tra il 1928 e il 1931, il libro Gefesselter Blick (1930) a cura di Heinz e Bodo Rasch e la mostra neue werbegraphik al Gewerbemuseum Basel (1930).

Come indicato sull’invito, «la prima sala, che offre un panorama degli sviluppi e degli obiettivi della nuova tipografia», fu curata da László Moholy-Nagy ed intitolata «Wohin geht die typographische Entwicklung?» («In quale direzione si sviluppa la tipografia?»), riprendendo il titolo — «Wohin geht die fotografische Entwicklung» — scelto per la sezione da lui curata della mostra Film und Foto, organizzata dal Deutscher Werkbund sempre nel 1929. Era stato proprio Moholy-Nagy, nel suo testo per il catalogo della mostra del Bauhaus del 1923, a proporre il termine “nuova tipografia” per definire un approccio alla progettazione del testo che incorporava la fotografia e faceva uso di tutte le direzioni nello spazio della pagina; il termine successivamente fu invece associato soprattutto a Jan Tschichold — il più celebre e attivo promotore del movimento — grazie al successo del suo libro Die neue Typographie (1928).

Le 78 tavole che costituivano la prima sala della mostra di Berlino sono state recentemente riscoperte negli archivi della Staatliche Kunstbibliothek e utilizzate per una ricostruzione dell’esposizione di 90 anni fa, affiancata da una pubblicazione a cura di Petra Eisele, Isabel Naegele e Michael Lailach. Accanto alla selezione di Moholy-Nagy, la mostra attuale presenta anche manifesti e stampati pubblicitari dello stesso periodo, provenienti dalle collezioni della Staatliche Kunstbibliothek, tra cui lavori di Baumeister, Cassandre, Dexel, Molzahn, Schwitters e Tschichold.

László Moholy-Nagy, «Wohin geht die typographische Entwicklung», tavola 1, 1929 © Kunstbibliothek, Staatliche Museen zu Berlin

Questo è il testo della tavola introduttiva:

«L’essenza del progresso tipografico non è una conquista formale, ma organizzativa: la tipografia di oggi non è più un lavoro di composizione, è diventata una tecnica di stampa in cui il montaggio può essere svolto come “lavoro modello” — con mezzi diversi dalla composizione — al di fuori dell’azienda grafica.»

Le tavole di Moholy-Nagy presentavano esempi del suo lavoro e di quello di altre figure chiave della grafica costruttivista e della nuova tipografia, come Herbert Bayer, El Lissitsky, Karel Teige e altri.

«Wohin geht die typographische Entwicklung», tavola 16; progetti di El Lissitsky (pagina da Vešč’ n.3, 1922) e di Karel Teige (copertina della rivista Stavba, 1924). © Kunstbibliothek, Staatliche Museen zu Berlin
«Wohin geht die typographische Entwicklung», tavola 22; pieghevole di presentazione dei Bauhausbücher progettato da Moholy-Nagy, 1924 circa (datato 1919 sulla tavola). © Kunstbibliothek, Staatliche Museen zu Berlin
«Wohin geht die typographische Entwicklung», tavola 58; copertina della rivista «Bauhaus» progettata da Herbert Bayer, 1928. © Kunstbibliothek, Staatliche Museen zu Berlin

Tra le numerose iniziative che stanno vedendo la luce nel centenario del Bauhaus, il ritorno all’attenzione di episodi come la mostra del 1929 e uno studio storico-critico più dettagliato (vedi ad esempio Jan Tschichold and the New Typography. Graphic Design Between the World Wars di Paul Stirton, uscito questa primavera) permettono di ricostruire un panorama del periodo più ricco e articolato, popolato da molte più figure di quante ne siano poi state raccolte nel canone che si è consolidato nel tempo.

«Wohin geht die typographische Entwicklung», tavola 12; Vladimir Mayakovsky, El Lissitzky, Dlya golosa, 1923. © Kunstbibliothek, Staatliche Museen zu Berlin

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Written by Silvia Sfligiotti

Works in visual communication as graphic designer, educator, independent researcher and critic. https://silviasfligiotti.it

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